Posts written by ´manu

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    T6BN48V

    Edited by ´manu - 12/11/2015, 20:30
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    Swy <3
    Purtroppo ho internet solo sul cellulare e quindi sto poco sul web! Tutto bene?
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    Aggiornata

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    Chiudo.
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    Scusa il ritardo! Non dimenticare i crediti!
    ufViz7B
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    Perfetto domani passo sul portatile e finisco ^^
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    Sei sicura che sia 88x53?
    GaUWQtJ qgyKdyo
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    Perfetto! Per martedì saranno pronti!
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    La prima volta avevo sei anni - Isabelle Aubry


    Una storia straziante e purtroppo reale di un incesto. Come dice il titolo la povera Isabelle ancora bambina a sei anni viene stuprata dal padre nella vasca da bagno. L'indifferenza di sua madre, il problema dell'apparire, l'amore che una bambina prova per suo padre, il divorzio dei genitori, i continui abusi dell'uomo che dovrebbe proteggerla, le orge e gli scambi di coppia alla quale suo "padre" la fa partecipare e il silenzio distruggono la vita di questa povera bambina e dell'intera sua vita. Nonostante la sua denuncia avvenuta soltanto con l'aiuto della sua vicina, un'anziana signora che le voleva bene, il mostro del "padre" prende solo sei anni di carcere per gli orrori che ha fatto subire a sua figlia dai sei ai quattordici anni. La sua adolescenza e i suoi vent'anni sono influenzati sempre dal passato ed ella si prostituisce. L'incesto che ha subito ha ripercussioni su qualsiasi lato della sua vita, Isabelle ha attacchi di depressione, è bulimica, poi anoressica, tenta più volte il suicidio, si auto lesiona, e in età adulta scopre di essere bipolare. Tutto ciò sono le cause dell'incesto che ha dovuto subire. Sarà suo figlio, avuto con uno sconosciuto, a salvarle la vita e a darle una ragione per non uccidersi. Ha poi una relazione sana ma ossessiva con il suo psicologo, l'unico che la capiva e che, dopo anni, se ne innamora, ma lui muore dopo qualche tempo. Fonda nel 2000 una fondazione, l'AIVI (aivi.org), che permette di riunire le vittime dell'incesto. Lotta con tutta se stessa perché le vittime di incesto parlino, perché il silenzio sia rotto, perché troppo spesso l'incesto viene inteso come violenza, ma è peggio, molto peggio, a fare del male infatti non sono sconosciuti, ma parenti, genitori, fratelli, sangue del tuo sangue, ma Isabelle lotta soprattutto perché l'incesto rientri nel codice penale e la giustizia non sia brutale come lo è stata con lei e con le poche vittime che sono riuscite a denunciare i loro carnefici tempi addietro. Ora che il figlio è grande, e nonostante abbia trovato un uomo con cui si sente felice e libera e che abbia finalmente realizzato il suo sogno di una famiglia perfetta, l'unica ragione per non spararsi un colpo in testa è lottare per i bambini che hanno subito e subiscono, e per rendere loro giustizia.


    L'altro ieri ho finito di leggerlo. E' una storia straziante, ma che doveva e deve essere conosciuta. Il coraggio di ricordare e scrivere su carta il doloroso passato fa comprendere la forza e la determinazione di Isabelle. Questa tragica storia deve essere letta per conoscere e aiutare i bambini, che sia in Francia o anche qui, ricordiamo che sono bambini e che i loro carnefici sono persone che loro amano e che al contrario, approfittano di un innocenza pura.

    Qui il formato RAR per leggere l'e-book! Leggete questa storia e aiutiamo anche noi firmando la petizione su AIVI.ORG
    Per leggere questa storia dovete cliccare sul file nella cartella e poi una volta che vi si è aperta una nuova finestra fare OEBPS--->text
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    Buon natale 2013!

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    I need to help 2


    Robert guardò velocemente i due fratelli, sembrava cercasse una qualche certezza sulla mia identità.
    - Ti prego di credermi – supplicai, rimanere sotto la loro protezione era l’unica via di salvezza che rimaneva al piccolo John.
    - Non posso fidarmi, dimostrami quello di cui sei capace – ribatté lui, non ancora convinto.
    Mi avvicinai a mister ironia, sebbene il suo fosse un fiero e altrettanto insopportabile carattere, il mio istinto mi suggeriva di dargli fiducia.
    - Tienilo per un po’, e cerca di stare attento, è un fragile pargoletto – dissi ricevendo in risposta un sonoro no – Suvvia non cercherà di ucciderti, tranquillo –ironizzai fulminando Dean con uno sguardo, il quale forse impaurito, forse stranito, prese tra le braccia mio fratello.
    Tornai nuovamente da Robert e accontentai la sua richiesta. Il modo più naturale che avevo appreso dagli insegnamenti di mio padre, era quello di sferrare un destro con forza moderata.
    - D’accordo – disse l’anziano nonno, soprannome da me affibbiatogli, portando una mano al viso – Come posso aiutarti? – chiese.
    - Aatxe, spirito malvagio. Devo eliminarlo, è stato lui a provocare la morte di mio padre – dentro di me speravo che quella menzogna bastasse ad eliminare ogni dubbio circa la morte di mio padre nei due fratelli e in Robert.
    Intanto che Robert ed io discutevamo, “Sam giacca di pelle” e “Dean mister ironia” facevano espressioni buffe per far divertire il piccolo John.
    - Quindi tu hai appiccato il fuoco poiché convinta dallo spirito che tuo padre volesse uccidere te e tuo fratello? – domandò dubbioso. La mia bugia era poco credibile, ma per riuscire ad avere la loro fiducia, potevo sfruttare la mia falsa inesperienza a causa della giovane età e della mia reale disperazione.
    - Volevo proteggerlo, è mio fratello – risposi con tono soffocato.
    - Perché ora vorresti vendicarti, se credi ancora alle parole di quello spiritello? –
    - Ho riflettuto, ho raccolto tutte le informazioni di cui necessitavo e ho capito che ho sbagliato. Aaxte è un demone muta forma e in alcune leggende, al contrario degli altri, si racconta che proteggesse le persone tenendole lontane dal pericolo, anche qualora queste decidessero di rischiare nonostante i suoi avvertimenti. Se ciò è vero, non avrei potuto avvicinarmi a mio padre. – spiegai cercando di essere precisa e dettagliata, non potevo rischiare di incrementare i loro sospetti - In realtà questi si dice spesso sia fedele alla sua padrona Dea Mari, chiamata anche la "Signora" o Dea Primordiale nella mitologia basca, la quale ossessionata dal potere della giustizia, esige sacrifici umani di individui secondo lei cattivi, e se ciò non avviene, arriva a togliere la vita - conclusi.
    - Sei figlia di Samuel, non puoi aver creduto così facilmente a un demone – era chiaro che non mi credeva o probabilmente non si fidava abbastanza di me e di ciò che stavo dicendo.
    - Lo spirito di una madre che ti perseguita, un fratello da accudire, un padre assente, la disperazione dettata da una vita troppo difficile da gestire a soli vent’anni. Dover crescere un neonato, un bambino in un ambiente popolato dal male, dovergli limitare la pappa, essere cosciente che non avrà mai una vita felice è straziante. A ciò, la stanchezza, il dolore fisico e morale, la disperazione ti portano a credere in qualsiasi cosa, anche la più insensata. – trattenni le lacrime, tra mille bugie potei confessare una cruda verità.
    - Ok, come eliminiamo questo figlio di puttana? – cedette, ma la dura espressione era ancora stampata sul suo volto.

    - Esiste un’antica formula, mio padre l’ha conservata nel suo … - non feci in tempo a finire la frase poiché fui interrotta dal lamento di Dean.
    - Oh merda! – esclamò allontanando un po’ John da se.
    - Che cosa succede? – preoccupata, mi avvicinai al piccolo e fui colpita da un forte odore – Oh, capisco. Nello zaino dovrei avere un pannolino – dissi prendendolo – Dov’è il bagno? – Robert m’indicò la porta del bagno e con l’aiuto di Sam lavai e asciugai delicatamente mio fratello, poi gli misi il pannilino pulito.
    Grazie dell’aiuto Sam, e in quanto a te Dean, è solo cacca, combatti contro orribili bestie e non riesci a sopportare un po’ di puzza? – scherzai sorridendo – Allora eliminiamo quel figlio di puttana di un demone? – chiesi spostando la mia attenzione su Robert, mentre tra le mie braccia cullavo il piccolo John per farlo addormentare.
    Certo – rispose.

    Spazio autrice


    Questo è il continuo del capitolo precedente. So di averlo buttato giù in modo un po' troppo svogliato, ma a me sembra sufficiente, infondo mi ci è voluto tempo prima che riuscissi a scrivere qualcosa che mi convincesse anche solo in parte. Spero apprezziate lo sforzo!
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    SIDEBAR


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    SIDEBAR


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    Texture, brush e basi here.
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    Margot Brown
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    (Nome prestavolto: Carly Rae Jepsen)

    Dati Anagrafici
    Nome Margot
    Cognome Brown
    Età 21
    Luogo di nascita Inghilterra
    Lavoro Ballerina di danza classica
    W0Rvuwe

    Background

    Margot nasce in Inghilterra. Sua madre era una grande musicista, ma quando la sua carriera sprofonda, ella cade in depressione e diventa un alcolista. Diventò così una donna dai facili costumi, fatto dovuto al suo continuo stato di ebrezza. Era infatti sempre sbronza e a causa di ciò venne anche arrestata per disturbi della pubblica quiete, Rimase dentro per un mese prima di avere dei forti sintomi che la portarono allo svenimento e quindi ad una urgente visita medica, dove scoprì di essere incinta. Venne, così, rilasciata e messa in una clinica per dipendenza da alcool. Sei mesi dopo, in modo prematuro, nacque Margot. In buono stato di salute, la piccola Margot sembrò non aver subito alcun danno dalle sofferenze in gravidanza causate dalle crisi della madre in mancanza di alcolici.
    Dopo tutte le visite mediche, pagate dalla clinica stessa, Margot venne messa in orfanotrofio. La madre purtroppo sembrava non aver vinto la sua dipendenza e non si conosceva la vera identità del padre.
    Margot crebbe quindi senza genitori, ma ciò non influenzò in cattivo modo la sua crescita e la sua educazione. Era infatti una ragazza forte, decisa, ma anche molto dolce e spesso intimidita dai sentimenti che prova, come l'amore verso qualcuno.
    Le tutrici di quell'orfanotrofio non erano molto facili da gestire a causa del loro innato senso di superiorità e del loro gioco di potere che utilizzavano su tutti i bambini, ma Margot non le temeva affatto, inoltre l'amicizia con Daniel e Aleksei rendevano le sue giornate meno pesanti.
    Qualche anno dopo, la fanciulla decise di scappare insieme ai due giovani, ormai diciottenni. Lei ancora sedicenne, non aveva l'autorizzazione a lasciare l'orfanotrofio, ma ciò non fu un problema per i due compagni. Tutti e tre sapevano che quegli stupidi manichini, quali loro tutrici, si sarebbero limitate a informare chi di dovere della fuga della ragazza, ma che non avrebbero speso né soldi né denaro per la sua ricerca.
    I tre si misero in viaggio e cercarono di fare della loro predilezione, un mestiere. Aleksei l'amore per l'arte, Daniel la passione per la musica e infine Margot l'interesse per la danza classica. La giovane si era infatti diplomata nella danza classica, ma aveva preferito non dirlo mai a nessuno. Non era stato molto difficile nascondere questo suo segreto data l'indifferenza delle tutrici verso tutti.
    Margot inizia a sviluppare una sorta di strano sentimento verso Daniel, qualcosa che non vuole definire amore, ma quando quest'ultimo gli confessa i suoi veri sentimenti, ella decide di dare un opportunità sia a lei sia a Daniel.
    I due così si innamorano e si fidanzarono, ma il loro rapporto non li fece dimenticare il loro amico Aleksei al quale erano molto legati.
    Pochi mesi dopo, Margot ormai ventunenne, si trasferisce a Manhattan con Daniel. I tre amici, così, si lasciano.
    Per pagare le spese, Daniel inizia la sua professione di musicista, ma questa sembra essere fatti di troppi alti e bassi. Daniel non molla e nonostante le complicazioni, riesce a guadagnare qualcosa. Margot, invece, con l'aiuto di amiche e conoscenti, riesce ad avere piccoli ruoli in dei balletti. Per aumentare la sua fama, decide di aiutare delle associazioni, organizzando dei balletti offerti dalle compagnie e dai diversi teatri. Con questa ulteriore fatica è costretta a spostarsi continuamente, cercando di risparmiare quanto più gli è possibile.
    Il suo rapporto con Daniel non degrada, anzi i due sembrano essere un'unica anima.
    JM7n3oj

    Psicologia

    Ama la danza, Daniel, i bambini, gli amici, la felicità sui volti delle persone, la musica e qualsiasi altra forma di arte, che varia dalla pittura alla scultura alla fotografia
    Odia essere un po' troppo timida nelle occasioni meno opportune, ha paura dei ragni e non sopporta le persone approfittatrici, ad esempio le sue ex tutrici.
    Carattere Margot è molto forte e decisa, ciò però è ben nascosto dalla sua istintiva timidezza e dal suo volto dolce.
    E' riflessiva e raramente le capita di ritrovarsi nei guai per un gesto istintivo, capita perlopiù quando è fortemente in ansia o sotto stress.
    La sua massima espressione è la danza, è infatti con questa forma di arte che esprime tutta sé stessa.
    Le uniche persone con le quali riesce a confidarsi senza temere nulla e con estrema facilità sono Daniel, diventato per lei l'amore, e Aleksei, un compagno di avventure e un amico fidato che vorrebbe tanto rivedere.
    Il suo rapporto con Daniel lo vive molto intensamente, i due infatti sembrano essere in simbiosi, diventando spesso dipendenti l'uno dall'altro. Ciò però avviene solitamente in privato, entrambi non sopportano mettere in mostra sé stessi e la loro relazione, infatti non amano le persone che si baciano ripetutamente o troppo a lungo in pubblico, per loro è quasi volgare.
    s022153941

    Motto

    Danzare è come parlare in silenzio. È dire molte cose, senza dire una parola
    (Yuri Buenaventura)

1589 replies since 13/8/2009
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